THE CAROVIGNO VAMPIRE SAGA

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  1. nillacobain
     
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    Ok, questa è una piccola storiella (non ancora finita) che ho scritto una sera in cui proprio non avevo nulla da fare. Si intitola The Carovigno Vampire Saga (il paese del mio ragazzo ... che è il protagonista della storia) e l'idea era quella raccontare la storia di una famiglia di vampiri che gestiva una serie affari loschi (insomma una storia comica) ma poi non ho avuto la voglia di finirla.

    THE CAROVIGNO VAMPIRE SAGA
    “Ingrato!” ringhiò mio padre, paonazzo. O almeno, immaginai che il suo viso fosse paonazzo a causa dell’improvvisa rabbia. I nostri sentimenti, seppur molto più intensi di quelli umani, non avevano nessuna influenza sulla colorazione del nostro viso. Nonostante fossimo capaci di provare vergogna, rabbia e tutta la vasta gamma di stati d’animo compresi tra di essi, eravamo condannati ad un eterno pallore. Era il nostro tratto distintivo, anche se non il più importante. A quel tempo mi ritrovavo molto spesso, come in questo caso, a considerare i miei simili come umani. Immaginai, quindi, che in quel momento il volto di mio padre fosse livido e contratto. Anche la parola “padre” era frutto della mia fantasia. Nonostante avessi trascorso con lui buona parte della mia esistenza, Caesar non era mio padre. Non era e non avrebbe mai potuto essere il mio padre biologico. Caesar mi aveva reso immortale. Caesar era il mio creatore, la mia guida, il mio mentore. Fino a quel momento.
    “Ingrato!” continuò a urlare. Se fosse stato in grado di produrre lacrime, ne avrebbe certamente versate in quel momento. Se all’interno del suo marmoreo torace ci fosse stato ancora un cuore pulsante, avrebbe certamente avuto un infarto o giù di lì. Io, Francesco, il suo unico figlio lo stavo abbandonando. Ero sicuro che lui avrebbe usato la parola “discendente” o magari mi avrebbe definito come il suo “erede”. Non era solo alla sua compagnia, infatti, che stavo rinunciando. Stavo voltando le spalle all’esistenza che aveva costruito per se stesso e per me. Stavo abbandonando un progetto di vita insieme a lui, un progetto al quale aveva iniziato a lavorare molti anni prima, nel momento in cui mi aveva trovato.
    All’epoca in cui si svolsero questi fatti, avevo solo una vaga memoria di quello che ero stato prima che Caesar mi trovasse. Troppo tempo era passato e comunque non avevo mai goduto di un’ottima memoria. Alcune ricerche, in seguito, portarono alla luce alcuni particolari della mia vita mortale. Vidi per la prima volta la luce il due gennaio 1896, la fioca luce di una piovosa e fredda mattina londinese. Fui il primo di sette figli, l’unico maschio, nati dall’unione di Margaret e Edward Thomas Bextor. Non è difficile immaginare, quindi, che il nome che mi fu imposto alla nascita non fosse Francesco, bensì Francis. All’età di diciotto anni fui chiamato a prestare servizio militare e ad onorare la mia patria. Era il sedici agosto del 1914, la Prima Guerra Mondiale era cominciata da meno di un mese e il Regno Unito si apprestava a versare il proprio contributo di sangue. Ci imbarcammo, io e qualche centinaia di ragazzi della mia età, a Dover diretti verso la Francia. Non apportai il mio contributo alla guerra: fuggii durante la prima notte di accampamento sul territorio francese. Ero un disertore. Non potevo tornare in Inghilterra: mi avrebbero condannato o addirittura costretto a ritornare dai miei compagni di plotone. Vagai per alcuni giorni, affamato e sfinito per le infinite campagne francesi. Avevo fame, avevo sete, avevo bisogno di dormire ma non potevo avvicinarmi ad un centro abitato. Mi accasciai, in preda ai crampi e alla fame, presso un immenso albero di castagno: la sua fresca ombra sembrava mitigare appena un po’ la mia sofferenza. Secondo i miei approssimativi calcoli doveva essere il ventisette agosto. Il caldo era torrido (nonostante fosse il crepuscolo) e nessuna pioggia arrivò a ristorare il brullo paesaggio. Fu lì che Caesar mi trovò. Egoisticamente pensò che non avessi nessuna speranza di sopravvivere e si avvicinò con tutto l’intento di mettere fine alla mia agonia. Decise, invece, spinto da uno strano sentimento a cui nemmeno lui seppe dare in quel momento un nome, di risparmiarmi la vita. Meglio, decise di darmi una nuova vita.
    Queste erano le poche informazioni che riuscii a mettere insieme, un po’ grazie alla memoria, un po’ grazie agli archivi storici londinesi, sulla mia vita mortale.
    Barattai la mia vita e, tra le tante cose la mia memoria, con un’esistenza immortale in cui il tempo era semplicemente un’artificiosa scusa per sfoggiare l’ultimo orologio alla moda. A dir il vero, non mi fu data la possibilità di scegliere il mio destino: pochi secondi bastarono al mio creatore per succhiare via, insieme al mio sangue, tutto l’universo dei miei affetti e dei miei desideri. Non ho un ricordo preciso della mia trasformazione, del processo che mi portò ad essere quello che sono oggi. Ricordo solo che fu doloroso, accecante, e quello che venne dopo fu ancora più terribile. Questo mi impedì di infliggere ad altri la stessa sorte. Questa mia reticenza poteva certamente indurre in errore molte persone: non ero un vampiro buono. Semplicemente mi rifiutavo di condannare le persone che usavo per nutrirmi a questa notte eterna. Le uccidevo e questo mi sembrava l’atto più caritatevole e misericordioso che potessi concedere loro. Non ero un vampiro buono, l’ho già detto.
    Trascorsi i primi anni insieme a Caesar vagando per l’Europa. Non ricordo nomi, città, paesaggi, strade. Passai tutto il tempo a concentrarmi, nell’estenuante sforzo di controllare la mia sete. Non ricordo nemmeno quante persone uccisi in quel periodo, all’epoca non le consideravo nemmeno persone. Ormai non consideravo nemmeno me stesso come una persona o come un individuo che un tempo era stato un essere umano. Quelli erano gli anni della guerra e Caesar mi insegnò a nutrirmi dei soldati feriti lasciati a morire sui campi di battaglia. All’inizio fu molto difficile: il mio istinto di sopravvivenza mi ordinava incessantemente di nutrirmi (e questo comportava l’uccisione di tutti gli esseri umani che si trovavano a meno di un miglio da me). Ma Caesar conduceva questa vita da molto tempo e ben presto diventò anche la mia. Agivamo di notte, mettendo fine ai lamenti dei soldati moribondi.
    Vivevamo nascosti nell’ombra, nulla in noi ricordava un essere umano. Non potevamo uscire durante il giorno ma, contrariamente a quanto le storie sui vampiri narravano, non dormivano in oscuri sotterranei adagiati in bare rivestite di morbido velluto rosso. Non possedevamo alcun bene, solo i vestiti che avevamo addosso ci appartenevano. O almeno, cosi credevo. Il nostro rifugio diurno erano vecchie case, dismessi granai o stalle abbandonate. Non avevamo bisogno di dormire, quindi pregai Caesar di raccontarmi la sua storia.



    Finisce qui per ora ... appena avrò un po' di pazienza e voglia mi inveterò la storia di Caesar ... LOL. Spero di non avervi annoiato troppo. :37.gif:
     
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  2. BlackLilium87
     
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    niente male Nilla...davvero! dai dai inventa la storia di Caesar...mi hai incuriosito :03.gif:
     
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  3. Monyka82
     
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    :07.gif: :07.gif:

    ps:ti ho aperto una discussione a parte, cosi potrai aggiornarla poi....^^
     
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  4. Sognofobia***Tania***
     
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    ma come inizio è buonissimo!!!!!!!mi hai messo curiosità continuala dai dai dai!!!!!!
     
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  5. nillacobain
     
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    Grazie Monyka.

    Grazie anche a voi, Tania e Black ... non so proprio dove andare a pescare la storia di Caesar. Avevo pensato, che visto il nome, potessi farlo risalire all'epoca romana ... mhh. NON so ancora. LOL Mi è sempre piaciuto scrivere ma sono una frana con le descrizioni dettagliate. Spero di aver tempo (beh piuttosto un po' di ispirazione) per finirla perchè voleva essere una caricatura al paese del mio BF (puglia) quindi qualcosa da ridere ... non vorrei che fosse troppo dramatico. LOL
     
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  6. Sognofobia***Tania***
     
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    XDD secondo me l'ispirazione la trovi^^
     
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  7. serenamor
     
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    buon inizio..appena puoi aspetto il seguito
     
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  8. nillacobain
     
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    Grazie!
     
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    Nilla anche a te piace scrivere di vampiri?
    Però non puoi lasciarmi con questa curiosità!
    DEVI andare avanti!
     
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  10. serenamor
     
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  11. nillacobain
     
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    Veramente questa è la prima volta che scrivo qualcosa sui vampiri ... anzi che scrivo una storia. A scuola mi piaceva molto scrivere temi e tesine (passione che è venuta meno durante questi anni di univ) e dopo 4 anni ancora mi vanto del 15 preso all'esame di maturità (1° prova). LOL
    Al momento ho il foglio di word (TESI) ancora in bianco e non so che pesci pigliare ... vedremo magari insieme all'ispirazione per la storia di Caesar mi viene anche quella per la tesi!!!
     
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  12. Pink Lady@
     
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    Dai, nilla, continua...l'inizio è buono, non puoi mollarci così....
     
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  13. nillacobain
     
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    CITAZIONE (Pink Lady@ @ 12/11/2009, 15:07)
    Dai, nilla, continua...l'inizio è buono, non puoi mollarci così....

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  14. xElyx
     
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    Complimenti Nilla, questo inizio di storia è piaciuto anche a me!

    Francesco mi ricorda molto Bill ed anche un certo Edward.... :03.gif:
     
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13 replies since 11/11/2009, 23:33   100 views
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