1. Dead until dark - Finché non cala il buio

B. -Quell’avvenente vampiro laggiù ti ha fissata un paio di volte- affermò Bill, inducendomi a domandarmi se lui stesso non stesse reprimendo una certa irritazione.
S. - Mi stai prendendo in giro- affermai con incertezza, dopo un momento.
Il vampiro da lui indicato era davvero avvenente, anzi era splendido: biondo e con gli occhi azzurri, era alto e largo di spalle, e indossava stivali, jeans e una canottiera, niente altro. Era il genere di soggetto che si vedeva sulle copertine dei romanzi rosa, e mi faceva una paura terribile.
B. -Si chiama Eric- continuò Bill.
S.-Quanto è vecchio?-
B. -Molto. E’ la creatura più antica presente in questo bar.-
S. -E’ cattivo?-
B. -Lo siamo tutti,Sookie. Siamo tutti molto forti e molto violenti.
(…)
B.-D’accordo, andiamo a parlare con Eric.
Eric, che in effetti aveva lanciato qualche occhiata nella mia direzione, era seduto al tavolo con una vampira affascinante quanto lui. Entrambi avevano già respinto le avance di parecchi umani. (…)
Quando ci avvicinammo, Eric sollevò lo sguardo con espressione accigliata, finché non si rese conto di chi fossero i nuovi intrusi.
E. - Bill- salutò con cenno del capo. A quanto pareva, i vampiri non si stringevano la mano.
Invece di avanzare fino al tavolo, Bill si arrestò a distanza di sicurezza, e poiché mi stava stringendo il braccio al di sopra del gomito, anch’io dovetti fermarmi a quella che pareva essere la distaza richiesta dall’etichetta, in quella particolare situazione.
P. –Chi è la tua amica?- domandò la vampira. Eric aveva un lieve accento (…)
S. –Salve, mi chiamo Sookie Stackhouse- mi presentai con cortesia.
Per un momento, Eric mi fissò con aria sorpresa, poi scoppiò a ridere, imitando la vampira.
E.- Sookie, lei è Pam, e io sono Eric- disse quindi(…)
B. - La mia amica vorrebbe fare un paio di domande- spiegò.
I due vampiri si scambiarono un’occhiata annoiata.
(…)
S. – Vorrei sapere se avete mai visto l’una o l’altra di queste donne qui al bar- spiegai. (…)
…i due esaminarono le fotografie, poi Eric sollevò lo sguardo.
E. – Sono stato con questa qui- disse, battendo un colpetto sulla fotografia di Dawn. – Le piaceva il dolore fisico.-
A giudicare da come inarcò le sopracciglia, Pam parve sorpresa che lui mi avesse risposto,(…)
S. – Vi ringrazio moltissimo, e non approfitterò oltre del vostro tempo- dissi, e cercai di voltarmi per andarmene, ma Bill mi tenne bloccato il braccio.
E. – Bill, sei molto attaccato alla tua amica?- domandò Eric.
Impiegai un secondo a decifrare il senso di quella domanda: Eric il Fusto voleva prendermi in prestito.
B. – Lei è mia- dichiarò Bill. (…)
Eric chinò la testa bionda in segno di assenso, ma mi scrutò di nuovo da capo a piedi.
(…) Bill gli rivolse un inchino che includeva in qualche modo anche Pam (…)
B. - Loro sono più vecchi di me di secoli-
(…)
B. - Gerarchia- (…) - Se tu fossi stata interessata, sarei stato obbligato a lasciarti andare con Eric- aggiunse.
(…)
B. – Eric è molto più avvenente di me- osservò Bill – è anche più potente, e a quanto ho sentito, fare sesso con lui è un’esperienza indimenticabile. E’ così antico che gli basta appena un sorso di sangue per conservare le forze, e ormai non uccide quasi più…perciò, come vampiro, è una brava persona. Potresti andare da lui, sta continuando a guardarti, e senza dubbio cercherebbe di incantarti, se tu non fossi con me.
S. –Non voglio andare con Eric.- ribadii.
(…)
Pam, l’amica di Eric, se ne andò, ed Eric parve impegnato a contare le mie ciglia, mentre io cercavo di mantenere lo sguardo concentrato sulle mie mani con fare pudico. Sentivo ondate di un potere di qualche tipo che mi si riversavano addosso, e stavo avendo una sgradevole sensazione che Eric stesse comunque cercando di influenzarmi. Mi arrischiai a scoccargli una rapida occhiata, e constatai che mi stava fissando pieno di aspettativa. Cosa si aspettava che facessi? Che mi togliessi i vestiti? Che abbaiassi come un cane? Che prendessi Bill a calci negli stinchi? Merda.
(…)
B. –Fuori- disse Bill. (…) ma nel passare accanto al tavolo di Eric, Bill rivolse un segnale di qualche tipo. Con la nostra stessa disinvoltura, Eric si alzò in tutta la sua splendida statura e si avviò con passo tanto più lungo del nostro che varcò la porta per primo, prendendo per un braccio l’addetta all’ingresso e spingendola fuori assieme a noi.
(…)
Fuori Eric ci stava aspettando accanto alla sua macchina…una Corvette, naturalmente.
B. –Sta per esserci un’irruzione- gli spiegò Bill.
E. –Come lo sai?-
Bill non seppe come rispondere.
S. –Gliel’ho detto io- intervenni.
I grandi occhi azzurri di Eric stavano scintillando intensi perfino nel buio del parcheggio: era evidente che dovevo spiegargli tutto.
S. – Ho letto nella mente di un poliziotto- borbottai, poi schioccai un’occhiata a Eric per vedere come stava prendendo la cosa, e scoprii che mi fissava come avevano fatto quei vampiri di Monroe, con aria pensosa…e affamata.
E. –Interessante- commentò infine.-Una volta, ho avuto una sensitiva. E’stato incredibile.-
S. –Lo ha pensato anche lei?- domandai, in tono più tagliente di quanto fosse mia intenzione. (…)
E. –Per qualche tempo- rispose ambiguamente Eric.
(…)Senza aggiungere altro, Eric e la vampira salirono sulla macchina di lui e scomparvero nella notte, con la Corvette che dava in qualche modo l’impressione di fare meno rumore delle altre macchine.(…)

-Sookie- disse Bill, e qualcosa nella sua voce mi indusse a prestargli attenzione. –Eric mi ha chiesto di portarti di nuovo a Shreveport. –Impiegai un momento a ricordare chi fosse Eric.
-Oh, il grosso vampiro vichingo- commentai.
-Il vampiro molto antico- precisò Bill.
-Vuoi dire che ti ha ordinato di portarmi là?- La cosa non mi piaceva affatto. (…)-Tesoro, io però non voglio andare da Eric.- (…)
-Che cosa è, il Padrino dei vampiri?- esclamai con rabbia.(…)
-E’ più antico di me e, soprattutto, è più forte.-
-Nessuno è più forte di te- dichiarai.-
-Vorrei che avessi ragione.
-Allora lui è il capo della Regione Vampirica Dieci?-
-Qualcosa del genere. (…)
-Che cosa vuole? Cosa succederà, se non ci vado?-
-Manderà qualcuno…parecchi qualcuno…a prenderti- replicò Bill (…)
-Suppongo che dovrò andare- (…)- Questo però è un ricatto bello e buono.-
-Sookie, i vampiri non sono come gli umani. Eric sta usando il mezzo migliore per ottenere il suo scopo, che è far andare te a Shreveport. Non ha dovuto spiegarmelo parola per parola: io ho capito.
-Ebbene, capisco anch’io, ma è una cosa che detesto. (…) cosa vuole da me?- (…)- Oh, no, quello non l farò!-
-Non farà sesso con te né ti morderà senza prima avermi ucciso.- (…)
- E lui lo sa- Azzardai con esitazione (…)

Cosa sarebbe stato opportuno indossare per la mia piccola intervista con il vampiro? Non volevo dare l’impressione di voler cercare di essere sexy, ma non volevo neppure fare la figura dell’idiota (…)
***
-Hai un odore diverso- osservai (…)
-Adesso sai come mi sentirò se Eric dovesse toccarti- rispose infine. Credo però che mi sentirò anche peggio di te, perché a Eric farà piacere toccarti (…)
***
Eric si trovava in una piccola stanza, dominata dalla sua presenza(…)
-Bill, Sookie- ci salutò Eric. –Conoscete già Long Shadow; Sookie ti ricorderai di certo di Pam.- Pam era la vampira bionda. –Quanto a lui, è Bruce.- (…)
(…) Com’era prevedibile, Eric occupava il seggio del potere(…)Eric riprese la parola.
-Sookie, ascolta Bruce.- disse.
(…) poi compresi cosa avesse inteso dire Eric.
-Cosa dovrei ascoltare esattamente?- (…)
-Qualcuno ci ha sottratto all’incirca sessantamila dollari- spiegò Eric. (…)
-Piuttosto che uccidere o torturare tutti i nostri dipendenti umani, abbiamo pensato che tu avresti potuto guardare nella mente e scoprire il ladro.-
Aveva detto “uccidere o torturare” con lo stesso tono calmo con cui io avrei potuto dire “Bud oppure Old Milwaukee”.
-E dopo cosa farai?- domandai.
Eric parve sorpreso.
-Chiunque sia stato, ci restituirà i nostri soldi- rispose con semplicità-
-E dopo?-
I suoi grandi occhi azzurri si schiusero nel fissarsi su di me.
-Se potremo esibire le prove del furto, consegneremo il colpevole alla polizia- spiegò con disinvoltura.-
Bugiardo nato, all’Inferno è condannato.
-Farò un patto con te, Eric- dissi (…)almeno al momento lui non voleva saltarmi addosso.
-Che genere di patto, Sookie?- domandò, con un sorriso indulgente.
-Se davvero consegnerai il colpevole alla polizia, io farò di nuovo questa cosa per te, tutte le volte che vorrai.-
Eric si limitò a inarcare un sopracciglio.
-Sì, so che probabilmente sarei costretta a farlo lo stesso, ma non è meglio che io ti offra i miei servigi spontaneamente, che fra noi ci sia fiducia reciproca?- (…)
Eric parve davvero rifletterci sopra, e all’improvviso, mi ritrovai nella sua mente: stava pensando che avrebbe potuto costringermi a fare qualunque cosa volesse, ovunque e in qualsiasi momento, semplicemente minacciando Bill o qualche umano caro a me, Lui però voleva inserirsi fra gli umani, rimanere il più possibile nella legalità per mantenere rapporti corretti con gli umani…o almeno quanto più corretti potessero essere i rapporti fra umani e vampiri, quindi preferiva non uccidere nessuno, se proprio non ci era costretto.
Fu come precipitare improvvisamente in una fossa piena di freddi, letali serpenti. Fu solo un istante, vidi solo uno spicchio della sua mente, per così dire, ma quell’esperienza mi pose di fronte a una realtà del tutto diversa.
-Inoltre- mi affrettai ad aggiungere, prima che lui potesse accorgersi che ero penetrata nei suoi pensieri,-come fai ad essere certo che il ladro sia un umano?-
(…) Eric inondò la stanza con la sua imponente presenza, ingiungendo loro di rimanere fermi.
- Questa è un’idea interessante-osservò- Pam e Long Shadow sono miei soci nella gestione di questo locale, e se nessuno degli umani dovesse risultare colpevole suppongo che dovremo indagare su di loro.
-Era solo un’idea- protestai in tono sottomesso; Eric mi fissò con i glaciali occhi azzurri di un essere che non ricordava quasi più come fosse sentirsi umano.
-Comincia adesso, da quest’uomo-ordinò.
(…)Questa volta si trattava di una cameriera (…) Si mostrò abbastanza sicura di sé da sorridere a Eric (…).
-Ciao, dolcezza- disse a Eric (…)
-Ginger, rispondi alle domande di questa donna- ribatti Eric, con voce dura e implacabile quanto un muro di pietra. (…)
-Pam, tieni ferma Gingerl ordinò Eric. (…)
-Sa chi è stato, ma non è in grado di fornire il suo nome- riferii a Eric (…) –Lui l’ha morsa- (…)
-Belinda, quale vampiro frequenta Ginger?- le chiese Eric, in tono disinvolto (…)
-Quale, fra i vampiri del locale?- domandai d’un tratto, ed ebbi il nome che cercavo.
(…) l’istante successivo Long Shadow mi piombò addosso (…) mi trovai catapultata all’indietro contro la scrivania di Eric, e la sola cosa che impedì ai suoi denti di squarciarmi la gola furono le braccia che d’istinto avevo sollevato. (…) non ero stata così spaventata neppure la notte in cui i Ratti avevano cercato di uccidermi (…) Perciò, quando sentii quel rumore orribile, conseguenza del quale il suo corpo mi gravò addosso ancor più pesantemente, non capii che cosa tutto questo significasse. (…) poi il sangue gli fiottò dalla bocca, inondandomi il braccio e scorrendomi nella bocca aperta, cosa che mi causò un conato di vomito. (…).
(…)Eric stava guardando la scena come tutti noi, impassibile, con un martello stretto in mano(…)
-Dovrai procurarti un altro tappeto- (…)
-Hai la bocca sporca di sangue- osservò Eric. Tutti i vampiri presenti avevano i canini estesi al massimo, segno che si erano notevolmente eccitati.
-Mi ha sanguinato addosso.-
-Hai ingoiato il suo sangue?-
-Probabilmente. Questo cosa significa?-(…)
Eric mi stava osservando con lo stesso interesse che Pam dimostrava nei confronti di Belinda.
-Come ti appaiono le cose adesso, Sookie? Domandò, con voce tanto rilassata da non lasciar supporre che avesse appena giustiziato un vecchio amico.
(…) avevo paura di distogliere lo sguardo da Eric.
-Bene, suppongo che adesso per me e Bill sia ora di andare-(…) Chi fa da barista, questa notte?
-Abbiamo un sostituto- rispose Eric, in tono distratto senza mai distogliere lo sguardo dal mio collo.- Hai un odore diverso, Sookie- mormorò quindi, avanzando di un passo verso di me.
-Eric, ricorda che abbiamo un accordo- gli rammentai (…)
(…) –Eric ti vuole.- Giger si illuminò in volto (…) saettò nella stanza quasi con la stessa rapidità di un vampiro, prendendo a sfregarsi contro Eric. Quasi fosse stato destato sa un incantesimo, Eric abbassò lo sguardo su di le mentre Ginger gli faceva scorrere le mani sul petto, e nel chinarsi a baciarla guardò verso di me da sopra la sua testa.
-Ci rivedremo- disse (…)

-Le porto un carico di auguri!- esordì allegramente la signora.
(…) –Questa è per lei- annunciò, sollevando una pianta in vaso (…) anche questo è per lei…- si trattava di una composizione di fiori recisi (…) –Ma guarda se non è fortunata! Eccone un altro per lei!
Il centro di quel terzo tributo floreale era un bizzarro fiore rosso di cui non avevo mai visto l’uguale, circondato da una massa di boccioli dall’aspetto più familiare. Diligentemente, la volontaria mi porse anche il terzo biglietto dopo averlo staccato dalla plastica dell’involucro.
(…)La composizione che aveva al centro quello strano fiore rosso (che in qualche modo appariva osceno) era decisamente il più interessante dei tre regali. Aprii la busta con una certa curiosità, scoprendo che il biglietto recava soltanto una firma: “Eric”. (…)
(…) quella notte c’era la luna piena…potevo vederla attraverso la finestra, e potevo vedere anche un’altra cosa: un volto bianco apparve nell’oscurità e prese a fluttuare fra me e la luna. Era un volto avvenente, incorniciato da lunghi capelli dorati. Eric il Vampiro mi sorrise e scomparve gradualmente dal mio campo visivo. Stava volando.